Di Marina Mollica
Tra coralità e intimismo, Maura Del Pero giunge direttamente al cuore con la forza di un linguaggio scarno eppure potente. Poche parole tratte da un silenzio sempre in primo piano, pronunciate con la semplicità dell’innocenza, esprimono sentimenti universali, mentre i protagonisti giungono dolorosamente a conoscere la verità su se stessi attraverso quello che Bion chiamerebbe “cambiamento catastrofico”(1966). Nel contesto di una comunità rurale di montagna il cui tempo scorre lento offre lo e spazio per immaginare, scoprire, condividere un mondo di relazioni esterne e interne, fatte di curiosità, paura, amore e solitudine, risalta il desiderio di accedere al mondo proibito del padre/maestro, che in un modo o nell’altro determina il destino di ciascuno dei figli. C’è la scoperta di sé attraverso conflitti e tormenti vissuti in privato, nascosti dal pudore della propria educazione e sussurrati timidamente tra donne della stessa famiglia solidali le une con le altre, pur tra gelosie e rivalità. Un film tutto al femminile ma dove le figure maschili appaiono complesse e articolate e per questo interessanti, sullo sfondo della guerra lontana eppure fin troppo incombente. Il tentativo disperato di sfuggire alla sua violenza legittimata, portatrice di insopprimibili pulsioni aggressive (Freud 1915) e istanze mortifere produce una serie di eventi che mettono in luce il difficile e complesso rapporto tra violenza e diritto. Ma alla fine sarà la pulsione vitale di Eros (Freud 1920) declinata come solidarietà femminile e materna, a vincere i nodi irrisolti in favore di una trasformazione evolutiva più autentica.
W.R. Bion (1966): Il cambiamento catastrofico Tr. it. Loescher, 1981, Torino.
S. Freud (1915): “Considerazioni attuali sulla guerra e la morte” Edizioni Studio Tesi, 2023 Roma
Freud (1920):“Al di là del principio di piacere” Bollati Boringhieri, 1986 Torino
Lettera di Albert Einstein (1933) Riflessione a due sulle sorti del mondo